Meret e la pianta del pungitopo

Meret e la pianta del pungitopo

 

“Nel pomeriggio andremo a prendere il pungitopo, ormai è Natale. Mi piace avere in casa qualcosa di verde che ci accompagni durante le feste. E il pungitopo è la pianta giusta, con il suo colore verde intenso e lucido, le sue foglie aguzze, dure e pungenti richiama la durata, la sopravvivenza, la prosperità: è davvero un simbolo di buon augurio.“

 

“Che bello, mamma! Se non me lo facevi vedere io neanche sapevo che ci fosse il pungitopo in giardino, e sono sicura che anche il babbo se lo è dimenticato.”

“Il posto che ha scelto per crescere è ideale: nascosto dai rami del nocciolo e del sambuco se ne sta all’ombra tutto l’anno ben protetto dalla calura e dalla siccità e arriva all’inverno in ottima salute. E io ogni anno mi lascio tentare dall’atmosfera natalizia che sa creare, da quelle bacche rosso fuoco che evocano la rinascita del sole al solstizio d’inverno. Come si fa a resistere?”   

“Piccole e rotonde sembrano ciliegie. “

“Sono i fiori che spuntano in primavera su quelle che noi consideriamo foglie spinose e che piano piano maturano alla fine dell’autunno e si trasformano in frutti rossi che durano per tutto l’inverno. Sono così ornamentali! È per causa loro se il pungitopo è irresistibile…è diventato specie protetta proprio per la raccolta indiscriminata che ne fanno le persone in molte regioni d’Italia.“

“Dobbiamo mettere i guanti per non pungerci.”

“Certo. E non dimentichiamo le cesoie. Ripuliremo bene il cespuglio tagliando anche i fusti malandati che sicuramente ci saranno e, copiando gli antichi romani, li infileremo nella grata della finestra come talismano per allontanare i malefici dalla casa. I contadini se ne servivano per proteggere dai topi i salumi e i formaggi messi a stagionare nella dispensa. È da qui che prende il nome.”

“Ma noi per questo abbiamo Pandus, lui i topi li prende. Non c’è nessuno più bravo di lui, vero mamma?”

“Verissimo. È un gatto che fa il suo lavoro, proprio quello che ci vuole per una casa di campagna.”

“Vado a vedere cosa sta combinando, l’ho visto acquattato vicino alla buca del compost.”

E senza indugio Meret corse per le scale ma, una volta fuori, cambiò idea e decise di passare prima dal pungitopo, tutto quello che la mamma le aveva detto al riguardo l’aveva molto incuriosita. Raccolto un bastoncino ripulì il cespuglio dalle foglie cadute, poi frugò in mezzo a quell’intrico pungente e umido scoprendo fusti lunghi e rigidi che portavano meravigliose bacche rosse. Su uno, in particolare, più corto rispetto agli altri che lo nascondevano, Meret ne contò ben otto, ed erano così belle e invitanti che le venne voglia di staccarne qualcuna e di infilarsela in tasca, ma riuscì a trattenersi, cosa ne avrebbe fatto? Prima di andarsene, disse al pungitopo che dopo pranzo sarebbe tornata con la mamma che voleva tagliarne alcuni fusti – solamente perché era Natale – da mettere nel vaso di cristallo sul tavolo dove avrebbe fatto una bellissima figura. Poteva essere contento, no?

 

in Gazzetta di Parma, 9 dicembre 2018