Meret e le cimici

Meret e le cimici

 

Meret era sempre contenta quando la mamma decideva di lavorare in giardino, e quella mattina vedendola slacciarsi il grembiule e dirle di prendere la carriola dal capanno degli attrezzi che avrebbero potato il glicine, saltellò dalla gioia.

 

“Anche se non è il momento, dobbiamo dargli una sfoltita e liberare la lampada esterna che non fa più luce: il glicine non soffre, è una pianta rustica e vigorosa.”

Una volta fuori, la mamma appoggiò la scala al muro, infilò i guanti da giardino, prese le cesoie. Salita fino all’ultimo gradino iniziò a potare mentre Meret raccoglieva i tralci che cadevano a terra e li gettava nella carriola. Il lavoro procedeva spedito e ben presto la lampada fu di nuovo libera.

“Ecco fatto. Già che sono qui voglio eliminare anche il groviglio che ha formato sul pluviale, con il tempo potrebbe arrivare alla grondaia, intasarla e sollevare i coppi del tetto” disse la mamma chiudendo le cesoie e scendendo dalla scala. “E in più gli insetti – e ­­­ questo lo so per esperienza – se ne approfittano subito: ‘un così bel posticino nascosto dalle foglie, riparato e caldo cosa desiderare di meglio per costruire il nostro nido’?  Bisogna sempre controllare, cambiare posizione alle cose, guardarci dietro… anche in casa, è una regola, ricordatene Meret.”

Spostata la scala e salita in cima la mamma cominciò anche qui a tagliare con impegno. Ma subito si arrestò.

“Accidenti! “

“Cosa c’è, mamma? Dimmelo. Voglio vedere anch’io “gridò Meret da sotto e impaziente fece i primi gradini.

“No, aspetta. Fammi prima scendere. Devo prendere la scopa e l’insetticida: c’è un enorme sciame di cimici.”   

“Quelle marroni con i puntini neri che troviamo sulle finestre e sulle zanzariere e che quando volano sembrano elicotteri e fanno quell’odore puzzolente?”

“Proprio loro. Ecco perché la finestra della mia camera da letto è invasa dalle cimici: il nido è in prossimità del davanzale. “

Non appena la mamma fu a terra, Meret si arrampicò fin sotto il nido. “Uuu, quante ce ne sono!  Mi fanno schifo così tutte insieme…e si sente proprio quell’odore.”

“Sono tutte in allerta. E per difendersi emettono la sostanza maleodorante che stiamo respirando dalle ghiandole che hanno sul torace. Scendi, presto.”

Meret ubbidì e la mamma tornò su con la scopa. E incominciò a cacciarle via dal muro. E le cimici presero a volare in ogni direzione. Alcune le si fermavano sulla camicia, i pantaloni, il fazzoletto legato in testa per ripararsi dalla polvere; altre cadevano a terra pancia all’aria; la maggior parte però spariva nel verde del giardino.

“Non ce ne liberiamo così facilmente. Sono insetti che si nutrono di vegetali, e qui hanno cibo in abbondanza: piante e erbe non mancano, ma noi saremo vigili e questa volta non ci lasceremo sorprendere. Ma che odore sgradevole.”

“Mamma, perché non andiamo a respirare il profumo della lavanda insieme alle farfalle e ai bombi e cogliamo anche qualche spiga da annusare?”

“Buona idea, Meret. Torneremo dopo a finire il lavoro.”

 

in Gazzetta di Parma, 15 luglio 2018