Cirripedi e gasteropodi

Cirripedi e gasteropodi

 

Al risveglio due parole si dibattevano nella sua mente come pesci impigliati nella rete: cirripedi e gasteropodi.  Ricordava che chiocciole e lumache facevano parte dei gasteropodi, e anche l’ermafroditismo che le riguardava le era ben presente: ogni individuo conteneva sia organi sessuali maschili che organi sessuali femminili.

E che tale caratteristica era un adattamento messo in atto dalla natura per aumentarne la capacità riproduttiva, dal momento che consente loro di accoppiarsi con qualunque altro individuo della stessa specie. Questo non lo aveva dimenticato perché il professore di scienze, visto lo stupore in cui era caduta la classe, l’aveva spiegato più volte. Comunque avrebbe trovato “nella rete” tutte le informazioni che desiderava. E sicuramente l’avrebbe fatto, ma intanto le piaceva stare in compagnia di cirripedi e gasteropodi, ospiti inaspettati ed esotici. Dopo colazione accese il computer. Iniziò la ricerca da Cirripedi. Trovò. Lesse. Sottoclasse di Crostacei marini (questo già le permetteva di “collocarli”, Acqua dunque), continuò a leggere: sessili ed ermafroditi, racchiusi in un guscio calcificato e con le zampe trasformate in sottili cirri che, col loro movimento, adempiono alla funzione alimentare e al ricambio respiratorio… si riproducono per mezzo di uova da cui traggono origine dapprima larve (nauplius) destinate alla vita libera…successivamente, per metamorfosi… eccetera. Passò quindi a Gasteropodi: Classe di molluschi provvisti di conchiglia dorsale, capo distinto con occhi portati da tentacoli e uno sviluppato piede carnoso che serve per la locomozione (da qui il nome : che strisciano sul piede) …le forme terrestri e d’acqua dolce sono derivate da quelle marine, e occupano habitat molto vari…comprendono chiocciole, lumache…semplificando, Terra. Ricordò che Acqua e Terra erano due dei quattro elementi generatori del mondo del pensiero greco. Le parve naturale completare con Aria e Fuoco. l’Aria era quella che respirava (le sembrava di essere ancora viva), il Fuoco l’avrebbe creato lei accendendo la stufa. E dal momento che questo elemento doveva darsi subito come Fuoco, essere cioè un fuoco alto e bello per tenere fede al suo status simbolico, doveva mettere più cura e attenzione del solito nella sua preparazione. Impaziente si alzò dal tavolo. Tolse la cenere dalla stufa, accartocciò un foglio di giornale, vi posò sopra pigne resinose e rametti secchi, diede fuoco alla carta. La fiamma divampò. Continuando piano piano ad alimentarla portò il fuoco a una certa intensità e lo mantenne vigoroso aggiungendo tutti i legni che trovò nella cesta. Calcolò il tempo che le occorreva per andare nel parco disordinato a raccogliere altra legna da bruciare subito...E non senza stupore si accorse che il legno, quinto elemento del pensiero cinese, poteva accompagnarsi con naturalezza agli altri quattro. Perché no? Ci stava benissimo insieme.

 

in Gazzetta di Parma, 29 aprile 2018