Cercare in soffitta le statue dei Re Magi

Cercare in soffitta le statue dei  Re Magi  

“Grande attesa vi è per il volume 12 che proporrà per la prima volta in cartaceo un corpus di varie centinaia di lettere scritte da Martha Musil al marito (Robert Musil) di stanza a Bolzano tra il 1914 e il 1916, ritrovate casualmente in una soffitta nel 1980”.

“Pochi mesi fa Jan Kaiser trova nella casa del bisnonno a Bila Tremesnà (Repubblica ceca) uno scatolone abbandonato e sopravvissuto a due guerre mondiali. Dentro la sorpresa: foto (con tanto di data e ora di ogni scatto) planimetrie e il diario di Krusina (La storia della strada dei Cento giorni)”.

”Un vaso cinese del XVIII secolo, dimenticato da decenni in una scatola di scarpe in una soffitta francese è stato battuto all’asta da Sotheby’s, a Parigi, per 16,2 milioni di euro, un prezzo superiore di oltre 30 volte la stima iniziale di 500mila euro. Gli esperti della casa d’aste hanno affermato che il pregiato vaso di porcellana “Imperial Yangcai Famille-Rose” sarebbe stato fabbricato per l’imperatore della dinastia Qing Qianlong.” (Questo ritrovamento le piaceva moltissimo.)

 

Le notizie di queste scoperte fiabesche apparse a poca distanza l’una dall’altra, avevano maturato in lei l’idea che bastasse salire in soffitta e frugare per trovare un tesoro dimenticato. La prima a riderne con indulgenza era stata lei. Però ogni volta che per una ragione o per l’altra doveva andare in solaio, un’occhiata indagatrice agli scatoloni ammassati, alle cianfrusaglie accumulate, la gettava. Quella mattina mancando pochi giorni all’Epifania e non riuscendo a trovare i Re Magi da mettere sul sentiero di sassolini bianchi che portava alla capanna di Gesù Bambino, pensando di averli dimenticati nella scatola degli addobbi natalizi, era tornata lassù. Dentro la scatola non c’erano. Neppure in quella delle luminare (quell’anno non utilizzate). Dov’erano finiti? Restava da guardare in quella dei festoni e delle ghirlande. Tolse il coperchio. Rovistò qui e là. No. Nessuna traccia dei Re Magi. Sul fondo però tra  stelline, candele e fili d’oro riconobbe la grafia di suo padre. Erano vecchie cartoline di auguri inviate a suo figlio per l’occasione. Nella prima un agile Babbo Natale scalava una montagna di pacchi e pacchetti avvolti in lucida carta regalo; nella seconda, dal sacco verde che portava sulle spalle, facevano capolino scoiattoli dal pelo rosso allegri e birichini; nella terza, seduto sulla slitta tirata da sei renne, attraversava un idilliaco paesaggio invernale per consegnare i doni in casette sperdute su picchi innevati e irraggiungibili. Gli auguri terminavano sempre con “un forte abbraccio dal nonno…”cui seguiva il suo caro nome. Che commozione. Decise immediatamente che quei tre babbi Natale avrebbero preso il posto dei Re Magi. Certo una decisione sentimentale, ma cosa importava? E mentre scendeva le scale pensò che anche lei del tutto casualmente, come del resto si conveniva, aveva trovato in soffitta un tesoro. Dimenticato da anni. Ma così prezioso. Così caro al suo cuore.

 in Gazzetta di Parma, 6 dicembre 2020